I SOFISTI


Chi sono i sofisti?

I sofisti sono considerati i primi insegnanti a pagamento della storia. In Grecia infatti non mancava l'abitudine di pagare gli intellettuali come medici e poeti, ma per quanto riguarda l'insegnante non era presente tale consuetudine. Con i sofisti l'esercizio del sapere diventa un mestiere, che svolgono spostandosi da un luogo all'altro in cerca di discepoli, fatto che consente loro di avere una mentalità aperta e cosmopolita. 

Il progetto educativo dei sofisti?

I sofisti si muovono nel ricco contesto culturale dell'Atene del V secolo, ambiente dove essi si fanno interpreti esemplari esprimendo un senso di libertà di spirito e la tendenza a utilizzare in modo aperto la ragione in tutti gli ambiti. Il loro fine principale è quello del sapere, inteso come unico fondamento della virtù, una virtù adatta al nuovo clima culturale e al nuovo ambiente cittadino caratterizzato dalla democrazia. La nuova virtù coincideva con la capacità di vivere in società.


PROTAGORA

Protagora è il pensatore più originale del movimento, ed era famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui viene attribuita la celebre frase secondo la quale "L'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono". A questa affermazione si possono dare diverse interpretazioni, a seconda del significato che si attribuisce al termine "uomo". In primo luogo "uomo" può essere visto come l'individuo singolo, e quindi la frase significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi. In secondo luogo il termine "uomo" può essere interpretato come "umanità", e dunque Protagora si riferirebbe che la percezione della realtà dipende dalla particolare conformazione mentale degli uomini. L'ultimo significato che si può attribuire alla parola "uomo" è "civiltà", e in questo caso la frase affermerebbe che le cose sono valutate in modo diverso a seconda delle abitudini delle comunità alle quali gli uomini appartengono. 

Ciò che emerge da questo frammento è una visione relativistica, cioè non esiste una verità assoluta, e non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e cosa no, che cos'è bene e cos'è male. Protagora afferma di perseguire l'utilità comune, cui indirizza l'insegnamento della retorica, cioè l'arte di persuadere l'uditorio mediante un linguaggio chiaro, semplice e convincete. Il metodo protagoreo si basa sul presupposto che su ogni cosa sia possibile attribuire degli argomenti a favore e contrari.




GORGIA



Il sofista siciliano Gorgia, ha portato alle estreme conseguenze il relativismo culturale ed è andato oltre la posizione ancora moderata di Protagora. Egli infatti si fa interprete di questo principio: sganciato da ogni criterio di verità di tipo universale, il discorso è tutto. Il sofista giunge a sostenere una forma di scetticismo metafisico, secondo cui non esiste nulla di oggettivo. 

Gorgia affermava che:

- l'essere non esiste perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche.

se anche esistesse non potremmo conoscerlo, perché il pensiero non rispecchia la realtà.

- se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto alle cose.

Gorgia dunque afferma che è impossibile affermare una verità assoluta intorno all'essere, in quanto l'uomo non ha a disposizione strumenti conoscitivi ed espressivi adeguati.





















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