ARISTOTELE

 ARISTOTELE


L'importanza di Aristotele e la sua vocazione scientifica

Aristotele è uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi. Egli ha infatti ridefinito il ruolo della conoscenza filosofica, identificandola con la conoscenza disinteressata della realtà in tutti i suoi aspetti. Aristotele riorganizzò il sapere in un sistema organico dove a ogni scienza viene riconosciuta un'autonoma dignità e una propria specificità metodologica, e grazie alla sua profonda indagine filosofica che deriva l'elaborazione di gran parte del lessico delle categorie fondamentali del pensiero occidentale.

Aristotele si formò nella scuola di Platone, vi entrò a diciassette anni e rimase fino all'età di trentasette anni. Suo padre Nicomaco era un medico alla corte del re Aminta III di Macedonia e nella sua famiglia vi era una lunga tradizione scientifica. Probabilmente l'interesse del filosofo per le scienze naturali deriva da questa eredità culturale.

Il contesto culturale e politico e la nuova concezione della filosofia

Aristotele è meno interessato alla vita politica rispetto a Platone perché il clima culturale e politico della città era mutato. Il filosofo vive nel periodo della crisi delle città greche, le quali nel corso del tempo perdono la loro forza e autonomia e vengono sottomesse all'egemonia della Macedonia. Aristotele non era ateniese, proveniva da una zona periferica della Grecia, la penisola Calcidica, quindi non poteva aspirare a fare carriera politica ad Atene. La sua ricerca si basa sulla conoscenza disinteressata della realtà e il compito assegnata alla filosofia cambia: ossia quello di comprendere e descrivere l'unico mondo reale in cui l'uomo vive.



Il Liceo

Dopo la morte del maestro, Aristotele per l' insofferenza verso coloro che erano succeduti a Platone alla guida dell'Accademia, abbandonò tale istituzione e andò ad Asso in Asia Minore, dove conobbe il naturalista Teofrasto, suo primo celebre discepolo: successivamente i due si dedicarono agli studi di biologia marina. Tornato ad Atene, Aristotele fondò una nuova scuola, il Liceo, che presto divenne superiore all'Accademia come centro di ricerche sistematiche, veniva anche chiamata "Peripato" a causa dell'usanza di alcuni suoi membri di discutere passeggiando nei giardini dell'edificio. L'organizzazione non era molto diversa da quella dell'Accademia, ma disponeva di materiale didattico più cospicuo. Il Liceo non aveva intenti religiosi o politici. Gli allievi non dovevano rispettare particolari regole comuni di vita e non possedevano un progetto politico da elaborare. L'attività si fondava sull'insegnamento e sulla ricerca, in particolare sull'indagine scientifica di carattere settoriale e specialistico.

L'attività didattica del Liceo

Secondo alcune testimonianze sembra che Aristotele dedicasse le lezione del mattino ad un pubblico selezionato di allievi con cui parlava dei difficili temi della logica, fisica e della fisolofia, mentre nel pomeriggio facesse lezioni di retorica , etica e politica ad un pubblico più grande. Secondo il filosofo non esiste un metodo universale valido per tutti i settori di ricerca: ogni settore si caratterizza sia per i suoi contenuti sia per uno specifico metodo di indagine.

Le opere giovanili

Nella prima fase della sua ricerca Aristotele scrisse per un pubblico di lettori non specialistico alcuni testi, che vengono definiti "essoterici", in quanto destinati ad un pubblico. Alcuni dei titoli più significanti erano:

- Sulla filosofia: dimostra che fin dai tempi più antichi l'obiettivo della filosofia era quello di interrogarsi sul perché del mondo e dell'esistenza delle cose.

- Protrettico: invito a dedicarsi alla filosofia, considerata il fine dell'uomo e il fondamento della vita pratica.

- Eudemo: dimostrare che la vera patria dell'uomo non è in questo mondo, ma nell'altro, dove si può contemplare l'essere nella sua pienezza.

Le opere della maturità

Le opere di quando Aristotele insegnava al Liceo, sono saggi destinati a un uso interno della scuola, denominati "esoterici", e presentavano la forma tipica della comunicazione didattica, sintetica, con frequenti ripetizioni. Essi erano rivolti ad un pubblico ristretto, che li usava come aggiunta e integrazione alla spiegazione diretta del maestro.




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