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LA FISICA, DIO E L'ANIMA

 LA FISICA, DIO E L'ANIMA La fisica come scienza teoretica Per Aristotele lo studio del mondo fisico parte delle scienze teoretiche (insieme alla matematica e alla filosofia prima), che rappresentano il vertice a cui può giungere la conoscenza degli uomini; il filosofo, dunque, eleva al rango di scienza proprio quel mondo naturale che Platone aveva considerato inferiore e fonte di ragionamenti "probabili", non totalmente affidabili. La fisica aristotelica è qualitativa, nel senso che tiene conto esclusivamente delle proprietà essenziali di ogni sostanza e stabilisce una differenza qualitativa tra gli elementi, e finalistica, in quanto coglie una finalità nei singoli processi dell’universo; essa, inoltre, nega ogni valore alla matematica applicata alla natura. Il pensiero scientifico moderno dovrà sostenere una dura lotta per scalzarne l’influenza – anche perché nel Medioevo la dottrina aristotelica viene rafforzata da implicazioni di carattere teologico e morale e solo a

LA METAFISICA

 LA METAFISICA L'interpretazione delle idee platoniche come "essenze" delle cose La metafisica è la scienza fondamentale proprio perché si occupa delle caratteristiche universali dell'essere. Platone riteneva che le idee fossero superiori alle cose e al mondo sensibile e che solo la loro esistenza potesse assicurare un valore oggettiva alla nostra conoscenza. Le cose essendo mutevoli e imperfette erano considerate fonte di errore, mentre le idee, immutabili e imperfette, rappresentavano il vero essere di cui si poteva ottenere una conoscenza assoluta e universale. Aristotele però ribalta la posizione platonica. Al filosofo appare insufficiente il tentativo platonico di sanare la frattura tra monde e idee. Per lui le idee rappresentano la struttura essenziale immanente alle cose stesse. Da una prospettiva metafisica idealista si passa a una prospettiva metafisica realista, che dalle cose va alle idee e che implica la rivalutazione della sensibilità.  La domanda sull

IL PROGETTO FILOSOFICO

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 IL PROGETTO FILOSOFICO L'articolazione del sapere Per Aristotele ogni singola disciplina ha oggetto, metodo e fini specifici, non riducibili a quelli delle altre. Qui si nota una prima fondamentale differenza con l'insegnamento di Platone, che vedeva una conversione tra tutti i saperi, arrivando a porre nell'idea del Bene il criterio universale per interpretare la realtà e nella dialettica il metodo supremo della conoscenza. Affermando l'autonomia delle singole scienze, Aristotele non voleva dare un'idea frammentaria del sapere. La distinzione tra i diversi campi in cui il sapere si organizza non significa che le diverse discipline siano separate tra loro. Aristotele aspira a un'interpretazione unitaria e razionale della realtà, anzi, secondo lui questo è il compito della filosofia. Il sistema delle scienze Aristotele suddivide le scienze in tre grandi aree: - l'area delle scienze teoretiche o conoscitive: la conoscenza disinteressata, che non ha altro fine

ARISTOTELE

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  ARISTOTELE L'importanza di Aristotele e la sua vocazione scientifica Aristotele è uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi. Egli ha infatti ridefinito il ruolo della conoscenza filosofica, identificandola con la conoscenza disinteressata della realtà in tutti i suoi aspetti. Aristotele riorganizzò il sapere in un sistema organico dove a ogni scienza viene riconosciuta un'autonoma dignità e una propria specificità metodologica, e grazie alla sua profonda indagine filosofica che deriva l'elaborazione di gran parte del lessico delle categorie fondamentali del pensiero occidentale. Aristotele si formò nella scuola di Platone, vi entrò a diciassette anni e rimase fino all'età di trentasette anni. Suo padre Nicomaco era un medico alla corte del re Aminta III di Macedonia e nella sua famiglia vi era una lunga tradizione scientifica. Probabilmente l'interesse del filosofo per le scienze naturali deriva da questa eredità culturale. Il contesto culturale e politico e l
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  PLATONE E L'IDEALE DI GIUSTIZIA La critica ai sofisti Platone reagisce con sdegno di fronte alle tesi dei sofisti, che giudica distruttive. Platone nega che la legge del più forte possa coincidere con la giustizia e rifiuta l'idea che l'uso della legge come strumento di potere possa rendere felice colui che se ne approfitta. Anzi, quest'ultimo oltre che essere in una posizione ingiusta è anche stolta, in quanto produce insoddisfazione per il popolo. La vera giustizia invece è al servizio di tutti e quindi produce concordia e solidarietà. La giustizia pubblica Platone considera inizialmente la giustizia dal punto di vista dello Stato, ossia dell'intero corpo sociale e delle tre classi che lo formano. Per Platone la giustizia consiste nel rispetto del proprio ruolo da parte di ciascuna delle tre classi. Il concetto di giustizia quindi coincide con l'idea di ordine e armonia che deve esserci nella vita sociale e quella di ogni individuo. La giustizia dell'ani

L'IDEALE DELLA BELLEZZA COME "ARMONIA" NELLA GRECIA CLASSICA

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  L'IDEALE DELLA BELLEZZA COME "ARMONIA" NELLA GRECIA CLASSICA L'universo come kòsmos L'elaborazione dell'ideale greco di bellezza avviene con l'osservazione della natura ed è testimoniata dall'antica tradizione contenuta nei poemi omerici. Qui l'universo viene visto come kòsmos, ossia ordine, un insieme dotato di bellezza in quanto caratterizzata da una perfetta proporzione di forze e elementi. Questo ordine viene compreso dai filosofi come lògos, che governa lo sviluppo e il succedersi degli eventi, ed è compito dell'uomo esplicitarne le caratteristiche andando oltre le apparenze della realtà materiale. Il fondamento metafisico della bellezza Platone individua il fondamento metafisico della bellezza sensibile. Per lui la bellezza è connessa a all'amore. L'amore per la bellezza è il punto di partenza di una ricerca più vasta che consente all'anima di elevarsi fino alla bellezza ideale. Questa coincide con il Bene, ma non più solo u

LA COSMOLOGIA E IL FONDAMENTO DELLE LEGGI

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LA COSMOLOGIA E IL FONDAMENTO DELLE LEGGI L'universo come "cosmo" Tutto l'universo pulsa di una vita ordinata e armoniosa, protetto da una grande e intelligente divinità, che Platone chiama l'anima del mondo. Platone arriva a pensare il mondo naturale come cosmo che p fatto a immagine e a somiglianza di quello. In questa riflessione platonica viene ad attenuarsi notevolmente la separazione tra il mondo ideale e quello naturale, proprio in virtù del fatto che la generazione del mondo fisico viene fatta dipendere dal mondo eterno. Il racconto di Timeo Il Timeo narra la storia dell'origine dell'universo e Platone non vuole fornire una spiegazione scientifica del mondo fisico, ma una descrizione altamente probabile. All'inizio il mondo era soltanto disordine e caos, una materia priva di vita. Questo disordine era in contrasto con il mondo delle idee illuminato dal Bene. Ecco allora comparire un divino artefice, che Platone chiama demiurgo, ossia una divini